
La Grecia Salentina è un consorzio di comuni della Puglia che ha lo scopo di salvaguardare la cultura e sviluppare il turismo nelle zone dove si parla ancora il griko, un dialetto molto simile al greco. In questa parte di Salento, le tradizioni elleniche fanno parte della vita quotidiana, soprattutto delle persone più anziane. Il territorio, di interesse culturale e artistico, comprende 11 città, tra queste Calimera, Martignano, Zollino, Carpignano Salentino, Cutrofiano, Soleto, Castrignano de' Greci, Melpignano, Sternatia, Corigliano d'Otranto e Martano.
La diffusione dell'influenza greca in queste terre risale alla fiorente Magna Grecia, continuate durante l'epoca bizantina e divennero sempre più profonde con l'arrivo di monaci ortodossi, che fuggivano dalle lotte di religione.
Fino a qualche decennio fa il dialetto greco era molto diffuso, ma con l'introduzione della scuola dell'obbligo e l'avvento della televisione i cittadini di queste zone iniziarono a imparare bene anche l'italiano e oggi sono soltanto 10 mila le persone che comunicano in lingua grika.
Le tradizioni della Grecia Salentina
Le usanze di derivazione ellenica sono ancora tante e danno un'impronta folkloristica a quest'isola linguistica. Tra queste ci sono i canti sulla passione di Cristo, "I passiuna tù Cristù", che i gruppi popolari intonano in occasione della Settimana Santa.
Un altro evento, che unisce questi paesi, è la famosa "Notte della Taranta", un festival di musica tradizionale salentina nato proprio per iniziativa dell'Unione dei Comuni della Grecia Salentina. Attraverso un tour itinerante tra le varie città si ha la possibilità di conoscere la cultura di questi luoghi e il concerto finale, a Melpignano, raccoglie ogni anno milioni di presenze.
Calimera, emblema della cultura greca in Italia
Tra i Comuni più amati della Grecia Salentina c'è Calimera, il cui nome deriva dal greco e significa "Buongiorno". Questo centro è abitato da oltre 7 mila persone, si trova sulla via che collega Otranto a Lecce e Brindisi, ma le sue origini non sono certe. È stata per molto tempo una città povera, dove veniva estratto il carbone e coltivate le patate dolci, ma negli ultimi anni si è sviluppata nel settore del terziario, e tutt’oggi è un centro fiorente di attività culturali, che hanno come obiettivo quello di recuperare e valorizzare la grikítà.
Un simbolo che la consacra come il cuore della cultura ellenica in Italia è la stele funeraria di marmo bianco donata dal Municipio di Atene nel 1960. Tra gli altri punti di interesse della città c'è la Chiesa Madre dedicata a San Brizio, che si trova nella Piazza del Sole e la Chiesetta di San Vito, più in periferia, aperta solo a Pasquetta, al cui interno si trova un masso calcareo forato e secondo la leggenda attraversarlo è un rito propiziatorio di fertilità. Di grande importanza è anche il Museo Civico di Storia Naturale del Salento, un centro di recupero della fauna selvatica, esotica e delle tartarughe marine.